Il CERVINO!!!
- Alessandro
- 30 nov 2020
- Tempo di lettura: 4 min
DI SAMUEL
! AVVERTENZA!
Con questo articolo non voglio spaventare nessuno riguardo questa montagna ma voglio solo fare capire che bisogna essere consapevoli di tutte le cose che si fanno, soprattutto in questo ambito. Spero che d’ora in poi guarderete il Cervino in modo più affascinato e curioso.
Parleremo del Cervino in questo articolo proposto e scritto da Samuel, un grande appassionato di montagna.
Questa montagna è alta 4478 m. e confina con l’Italia e la Svizzera ed è la montagna perfetta: quattro creste e altrettante pareti, ma è anche una montagna molto impegnativa, le vie di salita più frequentate sono 2: la Cresta dell'Hörnli, la via normale svizzera e la via dei primi salitori e la Cresta del Leone, la via Normale Italiana.
Sono tutte e due molto frequentate ma hanno delle differenze:
La Cresta del Leone è più difficile tecnicamente, ma ci sono più corde fisse (corde infisse alla parete che gli alpinisti usano) e il dislivello del secondo giorno (quello dell'attacco alla vetta) è minore. Inoltre con le corde fisse permettono di reperire il percorso con più facilità. La sua difficoltà è D, Difficile
La Cresta dell'Hörnli è più facile tecnicamente, ma ci sono più probabilità di smarrire la corretta via anche perché ci sono molte meno corde fisse. Inoltre il maggior affollamento causa più cadute di pietre che sono molto pericolose. La sua difficoltà è AD, Abbastanza Difficile
Come deve prepararsi l'alpinista già esperto che vuole tentare di salire il Cervino?
Partiamo dal presupposto che una persona voglia scalare la Cresta del Leone: deve tener conto che si tratta di una via di ambiente da alta montagna sulla cresta molto esposta e sottile, inoltre deve considerare il grande impegno fisico.
Prima di tutto bisogna scalare la montagna d'estate da metà luglio a settembre perché prima di metà luglio rimane molta neve in cresta la scalata su roccia diventa difficile, ma dopo settembre arrivano le prime nevicate autunnali oppure si rischia di incappare nel forte pericolo di caduta sassi che piò essere letale.
Un altro fattore importante è il meteo: la giornata perfetta per il Cervino è: poche nuvole, assenza di vento e temperature basse.
Il fattore forse più evidente è l'attrezzatura. Per scalare il Cervino in sicurezza servono:
casco
lampada frontale
scarponi pesanti ma precisi per arrampicare
guanti
imbragatura
ramponi
piccozza
corde (normalmente 2)
moschettoni
cordini
discensore
cibarie varie per la salita e per la permanenza in rifugio (buste liofilizzate, frutta secca, Parmigiano, tè o caffè solubile, biscotti per la colazione)
sacco-lenzuolo (al rifugio le coperte abbondano)
Abbigliamento adeguato
Inoltre tantissima esperienza in montagna!
Senza la neve, come già detto l'impegno diminuisce ma aumenta il rischio della caduta di pietre
I tratti più famosi della via sono:
La Croce Carrel posizionata esattamente dove morì il primo salitore della via italiana.
Il Sasso dello Zucchero, un masso dove le guide di una volta davano lo zuccherino ai clienti affaticati.
Il tratto forse più pericoloso è la salita al Colle del Leone, perché bisogna passare in un tratto dove la roccia è molto friabile, quindi aumenta il rischio della caduta di pietre, per questo bisogna andare veloci.
L' ex Cheminée che una volta una struttura complessa e strapiombante ma che ora si presenta come un muro liscio, dopo i crolli del 2003.
La Capanna Carrel dove quasi tutti gli alpinisti dormono.
La prima corda dopo la capanna è famosa e si chiama “corda della sveglia“
La Crête du Coq,un tratto di cresta che ricorda la cresta del gallo.
Il Rocher des Ecritures, dove si possono ancora distinguere le firme dei pionieri, Whymper e Carrel.
Il Pic Tyndall, l'evidente spalla che si nota da Cervinia a sinistra della vetta. In alcuni tratti la cresta è larga meno di una spanna.
L' Enjambée, un intaglio che si caratterizza per la necessità di una larga spaccata.
La celebre “Scala Jordan“: Si tratta di una scala di corda con pioli in legno che permette di superare un tratto di parete strapiombante assai faticoso.
Superata la scala si continua e infine si giunge sulla vetta italiana 4476 m. Dove il panorama spazia verso il Monte Rosa, le Alpi Svizzere e sul lontano Monte Bianco e sulle ripidissime pareti Nord e Sud. Per raggiungere la cima svizzera, il punto più alto del Cervino, si percorre la cresta affilata e nevosa, dove l’attenzione deve essere al massimo data l’esposizione.

Curiosità!
LA PRIMA ASCESA:
La prima ascesa avvenne nel 1865 dall’alpinista Edward Wymper dalla cresta dell'Hornli
IL RECORD ATTUALE:
Il record attuale è di 2h e 57min. di salita dalla Via Normale Svizzera. e 1h 56 min. di salita dalla Via Normale Italiana.
LA CAPANNA CARREL:
Questa Capanna non è un rifugio ma neanche un bivacco: dispone di 50 posti letto, ed è parzialmente gestito durante l'estate.
L'ACQUA:
Sul Cervino l'acqua non c'è! O almeno non in forma liquida. Per questo la Capanna Carrel è dotata di fornelloni a gas per fondere la neve. Ma se non ce n'è bisogno portarsela da valle.
IL CERVINO PUO ESSERE PERICOLOSO!!!
Come già accennato, il Cervino è molto frequentato, ma bisogna essere consapevoli della difficoltà e del rischio che si corre se la montagna non è in buone condizioni: il meteo deve essere ottimo: occorre salire in una giornata soleggiata senza molte nuvole. Anche il vento influisce moltissimo sulla percezione del freddo: a zero gradi con il vento a 30 k/h la temperatura percepita scende a -13 gradi!
In piena estate la roccia è pulita da neve ma quasi mai dal temibile vetrato: quando un po' di neve si scioglie l'acqua cola sulla roccia, ma nella notte, quando la temperatura scende sotto lo zero l'acqua si trasforma in ghiaccio diventando così scivolosissima. Un altro problema che sta venendo a galla negli ultimi anni è la forte caduta di pietre: un fenomeno che si sta intensificando a causa del riscaldamento globale, il permafrost si scioglie e le già fragili rocce del Cervino, incollate tra di loro dal ghiaccio si separano. Ogni anno si verificano molti morti o feriti sul Cervino.
Nell'inverno del 1965 Walter Bonatti aprì da solo una via difficilissima sulla Parete Nord del Cervino.

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